sabato 1 marzo 2014

"Due teste pensano meglio di una sola"


... Che bello - disse Ci - uno mette un'idea, un altro ne mette un'altra e alla fine nasce un'idea nuova ancora migliore ...

23 FEBBRAIO 2014
E' arrivato il momento di lanciare le specialità!...

OBIETTIVO EDUCATIVO
Far conoscere le specialità alle Coccinelle, strumento

PRINCIPALE AMBITO DI RIFERIMENTO RISPETTO AI 4 PUNTI DI B.P. e AI 7 FILONI:
Salute e forza fisica, Abilità manuale, Servizio al prossimo, Formazione del carattere, Formazione religiosa, Natura e vita all'aperto, Formazione fisica, Allenamento sensi, Abilità manuale, Espressione, Formazione sociale.

LUOGO E AMBIENTE
All'aperto, in un luogo molto ampio e un po vario

DESCRIZIONE DELL'ATTIVITA'
Questa attività è stata interamente copiata da "Creare Scout", quindi vi metto il link dove potete trovarla ... http://crearescout.wordpress.com/2013/03/18/come-lanciare-il-gioco-delle-specialita-in-lc-2/ E' stato un po lunga la preparazione (ben 39 prove diverse), ma durante lo svolgimento, le Coccinelle sono riuscite a giocare in totale autonomia e ... si sono divertiti un sacco!
L'unica cosa, che è stata aggiunta è il racconto finale.
Ho scelto un racconto integrativo tratto da " Sette punti neri e ... altri racconti" del 1984 (la prima versione dei racconti integrativi, scritti a macchina, fotocopiati e spediti per posta alle Capo Cerchio). Nella nuova versione di "Sette punti neri" quel racconto non è stato più inserito ... A me però, sembra perfetto per parlare di specialità e della capacità di mettere a disposizione degli altri le proprie competenze.

Ecco il risultato della prova per la specialità di fotografo/a,
Gli era stato chiesto di fare una foto originale!

RACCONTO
La Cicala e le Formiche
tratto da: “Sette punti neri e … altri racconti”  del 1984

Ormai l’inverno era vicino. Le giornate erano brevi e le ombre della sera scendevano prestissimo a ricoprire il prato. Al mattino un dito di brina trasformava il prato in una distesa di ghiaccio, che a fatica il sole riusciva a sciogliere. Le formiche trascorrevano il tempo all’interno del formicaio, al caldo, tranquille, perché i depositi erano pieni e il cibo sicuro. Chi è stato previdente non ha paura dei tempi difficili. Ma che si può fare nel chiuso di un formicaio? Dicono che il divertimento più grande delle formiche sia raccontarsi delle storie e che in questo siano bravissime.
Attenzione. Facciamo silenzio. C’è la formica VI che sta raccontando.
Anansi era un ragno molto sapiente. Però era invidioso della sapienza altrui, per cui, un giorno decise di toglierla dal mondo, perché rimanesse soltanto la sua.
“Allora tutti verranno da me per chiedermi consiglio. Mi ammireranno e mi rispetteranno” pensava.
Prese una zucca grandissima, la vuotò e se la caricò sulla testa. Poi si mise a girare per il mondo. Dovunque arrivava, rubava l’intelligenza a tutti quelli che incontrava e la richiudeva nella zucca perché non scappasse.    Quando la zucca fu piena il ragno disse: “Ormai nel mondo di intelligenti siamo rimasti solo io e il mio figliolo” Tornò a casa e appese la zucca ad una parete. Gli venne però il timore che qualcuno potesse rubagliela. Non era forse meglio nasconderla nel bosco, in un luogo dove nessuno potesse trovarla? Prese la zucca e con suo figlio si addentrò nel folto del bosco. Cammina e cammina giunsero ai piedi di un castagno molto alto.
“Questo castagno è il miglior nascondiglio del mondo. Basta che io riesca a mettere la zucca tra il fogliame. Nessuno la troverà” Provò ad arrampicarsi sulla pianta con la zucca in equilibrio sulla testa, ma la zucca era grande e gli rotolava tra le zampe, impedendogli di andare avanti. Provò una, due, dieci volte, ma la zucca continuava a scappagli. Il figlio gli disse: “Perché non provi a legarti la zucca dietro la schiena?” Anansi lo guardò meravigliato: “Figlio mio, hai ragione, non ci avevo pensato” Scese a terra, ma non per fare ciò che il figlio gli aveva suggerito. Si mise invece a spaccare la zucca. “Perché?” chiese il figlio “Perché due teste pensano meglio di una sola, me lo hanno fatto capire le tue parole. E cento teste più di dieci. E mille più di cento “
La sapienza liberata tornò a spargersi su tutta la terra. E anche oggi chi ne ha bisogno può coglierne le briciole nelle parti più disparate del mondo.
Quando Vi terminò la sua storia, le altre formiche rimasero per un poco in silenzio …  “Che bello - disse Ci - uno mette un’idea, un altro ne mette un’altra  e alla fine nasce un’idea nuova ancora migliore”
“E’ vero - intervenne Bi - però bisogna ricordarsi di metterle in comune le buone idee, altrimenti non servono a nessuno”. In quel momento sentirono un rumore: una specie di lamento, che proveniva dall’ingresso della loro tana. Andarono a vedere. Dovevano immaginarlo! Era la cicala. Tutta l’estate aveva cantato, invece di lavorare, ed ora veniva a chiedere aiuto.
“ non te lo meriti” dissero in molte.
“ho provato ad andare in cerca di cibo come voi, ma quel che trovavo, il giorno dopo era già guasto. Io so solo cantare. E’ l’unica cosa che so fare bene” rispose la cicala.
Fu Vi ad avere l’idea.  “Non dobbiamo lasciarla fuori”
“perché?”
“ Non avete sentito la storia di Anansi? Anansi ha un’idea, suo figlio ne ha un’altra e dalle due ne nasce una nuova. Noi sappiamo lavorare, ma non sappiamo cantare. La cicala sa cantare, ma non sa lavorare. Se la facciamo entrare, sono convinta che questo sarà un inverno speciale per tutti”
Così la cicala quell’anno sopravvisse alla neve e alla fame. Pare che non divenne una gran lavoratrice. Ma l’estate successiva le lunghe file delle formiche che andavano al lavoro non erano più silenziose come in passato. Una canzone passava tra loro di bocca in bocca. E il lavoro sembrava meno faticoso e il sole più luminoso.


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